Abbiamo già
parlato su questo blog di Angelo Berti, e del suo libro Le preghiere di una madre, un romanzo in cui affrontava una vicenda legata alla
storia della sua famiglia. Si trattava, per tanti aspetti, di un
volume anomalo all'interno della sua produzione letteraria, visto che
Berti è noto al grande pubblico soprattutto come autore legato al
genere Fantasy. Proprio in questa veste l'abbiamo ospitato nei giorni
scorsi in Biblioteca Manara a Borgotaro, per la presentazione del suo
ultimo libro “Debito d'onore”. Il libro, pubblicato sotto lo
pseudonimo di A. P. Hughes, è un avvincete urban-fantasy che vede
come protagonista Asenath, che di lavoro fa la rappresentante di
testi legali, ma nutre la passione per l'occultismo.
L'insegna di
una libreria di Reggio Emilia, “Miskatonic University”, non può
che attirare la sua attenzione, visto che rimanda alle opere di
Lovecraft e Asenath Waite è l'unica donna iscritta a quella
università nata dalla fantasia dell'autore di "Le montagne della follia".
Sugli
scaffali, la copia di “Debito d'onore” attira la sua attenzione.
Con un escamotage che richiama la “Storia Infinita”, Berti ci
racconta di un libro che è lo stesso che abbiamo tra le mani, e ci
coinvolge maggiormente nella lettura. Un'iscrizione, trovata sulle
decrepite mura del castello di Pietramogolana, si rivelerà un varco
per riportare in vita un demone, Tomaso da Zapodio, che ha svolto un
ruolo centrale nella guerra civile tra Costerbosa e Platoni che ha
insanguinato la Borgotaro del '400. “Questa cella sotto il mastio
sarà la tua prigione fino alla morte, che giungerà per fame e
sete”, le parole di una sentenza definitiva di dannazione eterna,
per un uomo la cui crudeltà superò quella di tutti gli altri, che
pure erano descritti come “tigri non uomini”.
Da qui
prende le mosse un racconto ricco di colpi di scena, che vedrà
affrontarsi streghe e demoni, esseri richiamati ad una vita che non
desiderano, ma che bramano di ritornare indietro da dove sono venuti.
Se un ruolo centrale nella vicenda lo svolgerà anche Alexandro, che
richiama un personaggio storico realmente vissuto a Ravenna e dal
destino tragico, di certo la figura più complessa del romanzo è
senza dubbio proprio Asenath. Una donna sola, senza un uomo al suo
fianco, desiderosa d'amore, ma al tempo stesso concentrata su altri
obiettivi. Una figura dissociata, per tanti aspetti, ancora non del
tutto conscia di se stessa, che aspira a un ruolo nel mondo
dell'occulto, ma non sa di essere già destinata a un destino ben
preciso. Fragile per certi aspetti, ma altrettanto decisa e volitiva,
è il vero perno su cui gira tutta la vicenda.
Un romanzo
che trae nutrimento dalla storia e se ne serve a fini narrativi ma
che, dove i documenti latitano, trova praterie dove far correre la
fantasia. L'Emilia-Romagna e le sue città, che l'autore conosce
bene, sono lo sfondo, ma anche i co-protagonisti del libro che, come
ci rivela alla fine, “è stato un'occasione per dare corpo
ai miei ricordi”. Ricordi che vedono come protagonista proprio la
Valtaro e Borgotaro: “Quando da bambino salivo con la mia famiglia
sulla vecchia 600 che da Chieti doveva portarci fino a pochi
chilometri da Borgotaro, sapeva che ci aspettava un lungo viaggio,
altrettanto sapevo che all'arrivo avrei trovato un mondo che amavo”.
E noi siamo contenti di rivederlo ogni volta che ci viene a trovare,
anche per ringraziarlo della grande donazione che la sua famiglia ha
voluto fare alla Biblioteca Manara. Migliaia e migliaia di volumi che
testimoniano l'amore per la lettura, per la nostra biblioteca e per
il nostro paese.
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