Un romanzo di Pietro Furlotti, giornalista della “Gazzetta di Parma”
Il
racconto Giallo “classico” ad enigma, presenta alcune
caratteristiche fisse e ricorrenti, che lo caratterizzano e ne hanno
fatto la fortuna. La narrazione prende l'avvio solitamente da un
fatto criminoso, un omicidio o un furto, e di conseguenza si presenta
un enigma di difficile soluzione. Chi ha commesso l'omicidio? Chi è
il ladro?
Lo
svolgimento dell'azione prevede l'entrata in scena di un
investigatore, un detective o un commissario di polizia, che deve
ricostruire la vicenda e scoprire il movente del crimine e il suo
autore. L'abilità di chi conduce le indagini consiste nel saper
raccogliere gli indizi, interrogare i testimoni, e giungere poi a
risolvere il caso, basandosi sul proprio acume e sulle proprie
intuizioni o deduzioni.
All'interno
di questa struttura consolidata, si colloca il bel libro di Pietro
Furlotti “Il caso di via Petrarca”, che ripropone tutti o quasi
gli ingredienti del genere e li colloca nella realtà parmigiana
degli anni '70. Il celebre archeologo Luigi Riccò viene trovato
morto nel proprio appartamento, ucciso da diverse ferite da arma
bianca. Il caso viene affidato al commissario Amos Mariani, che
conduce le indagini con l'aiuto fondamentale dell'ispettore Carlo
Ferrari. I borghi di Parma fanno da sfondo a una vicenda avvincente,
in cui il commissario si troverà a seguire diverse piste, spesso
sbagliate, fino al finale che scioglierà tutti i nodi della vicenda,
ma che ovviamente non rivelo.
Il
libro è disseminato di indizi e, se il lettore sta al gioco, c'è di
che divertirsi. Spesso si va anche noi fuori strada e si viene
ingannati da Furlotti, che si rivela bravo a proporci false piste,
falsi colpevoli perfettamente credibili nel ruolo. Ci sono personaggi
che restano impressi, come Lodo, clochard e anima della città, che
al lettore parmigiano ricorderà “al Mat Sicuri”, simbolo a sua
volta di un'epoca della città ducale che, ahimè, non esiste più.
Il
commissario poi, Amos Mariani, è personaggio notevole. Figlio di un
partigiano che ha fatto la Resistenza in Valtaro, è figura
complessa. Preciso e determinato nel suo lavoro, risulta un po'
irrisolto nella vita privata e amorosa, a tratti quasi infantile e
insicuro quando si perde nei ricordi e nei sogni ad occhi aperti.
Tratti questi che giovano alla verosimiglianza nella descrizione del
carattere di un giovane uomo, deciso ma ricco di umanità.
Inoltre,
da apprezzare, è la ricostruzione della Parma del giugno '70,
restituita con abilità dall'autore che, giovanissimo, non l'ha
vissuta direttamente. Colpiscono le pagine dedicate ad
Italia-Germania 4-3, la passione per la musica e la vibrante
atmosfera di cambiamento che caratterizzava quegli anni.
Sottotitolo
del libro è “La prima indagine del commissario Amos Mariani”.
Speriamo che ne seguano altre, e che Pietro Furlotti, giornalista
della “Gazzetta di Parma”, ci sappia regalare altri pezzi di
bravura come questo. Vogliamo vedere Amos Mariani di nuovo all'opera.