Forse qualcuno, che ha letto distrattamente i miei
racconti, avrà pensato che raccontassi fiabe, ma non è così.
Raccontavo infatti un passato che non esiste più. Io sono cresciuta,
come i bimbi di allora, sana all’ombra dei cerri, dei castagni, dei
pioppi delle nostre valli. I miei amici, come me, erano giovani e
spensierati. Correvamo allegri nel verde dei prati, inebriandoci col
profumo soave dei fiori, all’aria dolce e primaverile; sognando
come è giusto sognare quando si è giovani e giovani allora eravamo,
ed amavamo il sorgere del sole dietro i monti, che quasi sempre ogni
mattina s’annunciava radioso, accarezzando le colline circostanti.
Una natura così incontaminata, che faceva giungere a noi l’aroma
speciale che emanava il fieno appena falciato d’estate.
In questo
ambiente eravamo felici di vivere, di essere amici di tutti, di
difendere e amare uomini, bestie e piante, cioè ogni essere vivente.
Nella stalla osservavamo la luce tremula dell’acetilene appesa al
soffitto che illuminava il quadro di sant’Antonio Abate, protettore
degli animali. E poi correvamo ad accudire le bestie, che muggivano
spazientite reclamando il pasto già dal mattino e non accettavano
deroghe. Poi, dopo una veloce e frugale colazione, correvamo su in
salita per oltre un’ora, carichi come muli, con la cartella e
sottobraccio la fascina di stecchi per accendere il fuoco in classe; altre volte, col sacco pieno di pagnotte di pane in spalla per la
merenda degli alunni, che i maestri, d’accordo con i genitori, ci
facevano fare a casa nel forno dalle nostre madri, perché dicevano
che era migliore. Così, correndo a perdifiato, rossi e affannati,
giungevamo a scuola e salutavamo il maestro con profonda riverenza,
poi, composti, ci sedevamo ad ascoltare lui che spiegava la lezione
in un silenzio perfetto. Il nostro voto, in condotta e religione, era
sempre 10 tutto l’anno. Regnava l’ubbidienza sovrana, allora,
verso i genitori, i quali erano buoni ma severi; verso il parroco e
il maestro, poi, l’ubbidienza era sacra. Ed erano costoro, per noi
ragazzi, figure carismatiche, degne di lode, un buon punto di
riferimento verso il bene.
Non
è passato molto tempo, ma ora tutto è cambiato. Ci viene sovente da
chiederci: questi bimbi, da noi generati, cresciuti nell’abbondanza,
con un sacco di cose più di allora, e anche con maggiore istruzione
e più libertà; così belli, curati, amati, seguiti ed ascoltati;
hanno ancora il rispetto, l’affetto, l’amore verso il prossimo e
verso Dio?
Rita Santini, borgotarese, ha pubblicato poesie su giornali e periodici locali dell'Emilia Romagna, come “L'Araldo della Madonna di San Marco”, il “Lunariu Burg'zan” e la “Voce del Taro”, per cui ha scritto anche molti racconti. Ha partecipato a mostre di poesia, come il “Natale ritrovato” del Seminario di Bedonia, e le sue poesie sono state pubblicate ogni anno sul libro dei partecipanti. Molti, inoltre, gli attestati di partecipazione ricevuti da periodici e concorsi di altre regioni d'Italia. In particolare si ricorda la pergamena ottenuta partecipando ad un concorso indetto dal giornale “Lo Scoglio” di Roccaporena di Cascia. Recentemente ha conseguito il terzo premio al 35° Concorso di poesia organizzato dalla parrocchia di San Bernardo degli Usberti di Parma.
Caro Massimo, ti sono molto grato per aver ospitato Rita Santini sul tuo blog, leggo con molto interesse le sue storie di altri tempi e che mi prendono per mano e mi conducono in quel suo tempo che è anche il mio. Tra le sue parole si sente forte il semplice miscelare dei profumi della campagna e della vita rurale, diverso per ogni stagione e per ogni attività. In quanto genitore, concordo nel pormi la domanda se i nostri tempi siano migliori e diano veramente di più alla formazione dei nostri ragazzi. Credo infatti, che i valori che la società a cui noi partecipiamo, siano valori effimeri che non lasciano molto e che la lontananza dalla terra e dalle attività primarie sia una mancanza che peserà sul loro futuro.
RispondiEliminaAspetterò con molto piacere di leggere nuove novelle dell'autrice Rita Santini, a cui spero vorrai riportare i miei complimenti.
Grazie
Un caro saluto
Francesco