giovedì 3 ottobre 2013

"Il sole e la neve" di Luigi Alfieri


La presentazione a Borgotaro: foto di Alessandra Bassoni
Vi voglio parlare, oggi, di un libro di cui ho curato la presentazione in Biblioteca Manara a Borgotaro, ormai qualche tempo fa. Si tratta di “Il sole e la neve” di Luigi Alfieri, caporedattore della “Gazzetta di Parma”. Al libro ha collaborato anche Enrico Robusti, grande artista parmigiano, che ha realizzato le immagini che lo corredano. 
Ci tengo a parlarne perchè “Il sole e la neve”, è un libro di grande originalità, fabbricato artigianalmente e stampato su “carta paglia”, la particolare carta usata anche da macellai e salumieri. La rilegatura è fatta con lo spago, come quello che si usa di solito per i salami e i culatelli. La tiratura è bassissima: solo 300 copie. 


Sul piano dei contenuti, il libro è composto da 142 mini-capitoli, o “coriandoli”, all'apparenza autonomi l'uno dall'altro. Proseguendo nella lettura, però, si coglie la trama di un unico racconto, che ha come protagonista un bambino di nome Luigi. Un bambino che poi, via via, diventa grande, affrontando le varie esperienze della vita, da quelle piacevoli a quelle più dolorose. La storia si colloca negli anni '60 e racconta un mondo che in larga parte non esiste più, ma che nel ricordo assume quasi una dimensione mitica. Accanto al protagonista, ruotano una serie di personaggi: i famigliari, gli amici, i negozianti, gli artigiani... tutti tratteggiati in modo mirabile. Sembra di vederli emergere dalle pagine, vivi, sembra quasi di riconoscere dei vecchi amici. La narrazione segue i mesi dell'anno, da giugno a giugno. L'autore si sofferma sui cambi di stagione, i diversi profumi e colori della natura nel corso dell'anno. Si vedono i boschi, i campi, i cieli, i fiumi dell'Appennino. I testi sono accompagnati dai bellissimi disegni dell'artista parmigiano Enrico Robusti. Le immagini riprendono le varie fasi della storia, le stesse situazioni raccontate dall'autore, ma le reinterpretano con un occhio diverso, contribuendo ad accrescere il valore dell'opera.
                                                                                                           Massimo Beccarelli

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