Il Castello di Borgotaro.
Durante
estate del 1958, fervevano i lavori intorno alla chiesa parrocchiale
di Sant’Antonino. L’area interessata dai lavori era quella
situata al fianco della chiesa, dove attualmente sorge il campetto di
gioco per i ragazzi, e l’area un tempo occupata dal vecchio
castello, in parte abbattuto. Da tempo era emersa la necessità di
trovare nuovi spazi per l’asilo, che allora aveva sede nella
cosiddetta Casa dell’Abate, l’edificio ancora noto a tutti come
“asilo vecchio”. Il nuovo arciprete di Borgotaro, Mons. Francesco
Corsini, insediatosi nel 1952, aveva espresso tutta la sua
preoccupazione perché riteneva che quei locali non fossero idonei ad
ospitare i bambini.
Scriveva infatti nel 1955 su “La mia
parrocchia” (così
si chiamava allora “Voce del Taro”): “A dieci anni di distanza
dalla fine della guerra, il problema della scuola materna di
Borgotaro non ammette più proroghe ne differimenti. Sapete in quali
angusti e infelici locali sono ancora ospitati i bimbi di Borgotaro.
Non deploreremo mai abbastanza quindi l’aver rinviato fino ad
adesso la impostazione di questo importantissimo problema”. Si
trattava quindi di costruire un nuovo asilo. Dove costruirlo però?
Con quali fondi? Tutti problemi non di poco conto. L’anno prima era
nato anche un comitato apposito. Chi ne faceva parte? Ci informa
Giacomo Bernardi: “In
un verbale redatto in data 27 agosto 1954… si può leggere che si
sono riuniti i Sigg. Marchini Camia Dott. Francesco, Ferrari dott.
Giuseppe, Terroni ing. Luigi, Suor Luisa Borgna e Nigito dott. Angelo
allo scopo di costituire un Comitato provvisorio per lo studio dei
problemi inerenti alla costruzione dell'Asilo.
A far parte del
Comitato sono invitati anche i Sigg. Terroni Luigi, Albertoni Conte
Carlo, Benetti Matilde. Dopo uno scambio di idee il Comitato ha
deciso di riunirsi su invito di Mons. Corsini" (Giacomo
Bernardi, L’Esilu,
cent’anni di asilo a Borgotaro,
Associazione Emmanueli, 1997).
L’arciprete
riteneva che la sede ideale per il nuovo asilo fosse quella allora
occupata dal castello, già in parte demolito e pericolante. Negli
anni precedenti, tuttavia, c’era chi voleva che lì sorgesse il
nuovo Palazzo Comunale. Dopo non pochi contrasti, nella riunione del
Consiglio Comunale del 5 febbraio 1956, i consiglieri votarono
all’unanimità di “cedere
al Comitato Promotore della costruenda Casa del Fanciullo l'area
risultante dall'abbattuto castello e "quella attigua del
macello, appena sarà liberata" (Giacomo Bernardi, op.
cit.).
Su “Voce del Taro” di
giugno-luglio 1958 si legge: “I progetti… richiedono vasti spazi
per cortili, aiuole e specialmente per i nuovi edifici indispensabili
alla assistenza dei bambini”. Per questa ragione, i sacerdoti
sacrificano anche l’orto curiale, una zona verde attigua alla
canonica, dove erano soliti fare qualche passeggiata tra i fiori e
gli alberi. La stessa vecchia canonica viene abbattuta: “In questi
giorni è la vecchia canonica che cade sotto il piccone, isolerà la
nostra bella chiesa e darà maggiore spazio al cortile di ricreazione
dei nostri ragazzi”. Restavano in piedi i ruderi del vecchio
castello, che dovevano essere rimossi.
I lavori tuttavia si
incagliarono. Si legge su “Voce del Taro” : “Non è possibile
far nulla se non si libera questa area. La demolizione del muro
ancora restante del vecchio Castello è stata fermata dalla necessità
di permettere ancora le macellazioni. Fino a quando? Vogliamo sperare
che le pratiche burocratiche che ancora si frappongono abbiano da
venire disbrigate con sollecitudine”.
Ci volle ancora qualche anno
prima che l’opera fosse definitivamente conclusa: “Il
12 luglio 1963 Mons. Umberto Malchiodi, Vescovo di Piacenza,
partecipava alla posa della prima pietra della "Casa del
Fanciullo" e nel luglio del 1965 veniva inaugurato il primo
lotto dei lavori. Nel 1970 veniva collaudata l'intera opera.
La Scuola Materna di
Borgotaro aveva finalmente una sede nuova e dignitosa” (Giacomo
Bernardi, op. cit.)
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mercoledì 8 maggio 2013
Anni '60 a Borgotaro: Dal castello alla "Casa del Fanciullo"
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